Addio a Günter Grass, coscienza critica della democrazia tedesca

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Il premio nobel scomparso all’età di 87 anni. Lo riferisce la tedesca Dpa

German Nobel Prize-winning novelist Guenter Grass dies 87E’ stato il padre della letteratura postbellica tedesca e insieme la voce scomoda, la coscienza critica della democrazia nata nel dopoguerra a Bonn. Per Il tamburo di latta, poi una seconda volta, fu Nobel per la letteratura. Fu sempre una voce inquieta, e visse tacendo per decenni che da adolescente si era arruolato volontario nelle Waffen-SS naziste. Guenter Grass, il grande scrittore tedesco, è morto a 87 anni, dopo aver tenuto in riserbo fino all’ultimo notizie sulle sue condizioni di salute.

Con Grass scompare il simbolo del dopoguerra made in Germany, e della cultura democratica che pur tra tante contraddizioni e faziosità fu la spina dorsale della democrazia fondata nel 1949 a Bonn dal cancelliere democristiano Konrad Adenauer e dal capo dell’opposizione socialdemocratica Kurt Schumacher. Voce scomoda, spesso attaccato e diffamato dai politici conservatori. E massimo intellettuale engagé, impegnato, della Bundesrepublik. Grass cominciò presto con l’attività pubblica, nel Gruppo 47, il grande club letterario dell’immediato dopoguerra.

Raggiunse la notorietà con ‘Il tamburo di latta’, il più famoso dei suoi tanti libri. E’la storia del bimbo-nano Oskar Matzerath, e attraverso la sua dura vicenda familiare la storia di Danzica, la città dove Grass nacque il 16 ottobre 1927 da padre tedesco e madre kashuba (una minoranza etnica slava ora vivente in Polonia) luogo multietnico in cui polacchi, tedeschi e kashubi convivono tra tensioni e fatiche. E fin da allora, Grass si batté per il dialogo Est-Ovest, per tentare di costruire ponti tra l’Europa libera e quella dietro il Muro, occupata e comunistizzata dai sovietici. In molti romanzi, dal Diaro di una Lumaca ad Anni di cane, da ‘Gatto e topò a ‘il rombo’, narrò ambiguità e contraddizioni della Germania moderna, con una prosa che reinventò il tedesco letterario. Padre di 4 figli, patriarca gioioso d’una numerosa famiglia, Grass fu anche multi talento: nella sua casetta a Behlendorf, con la bella moglie Ute accanto, ‘producevà arte anche come scultore, pittore, incisore.

Un nuovo slancio, Grass lo trovò con la campagna elettorale del 1969: sull’onda lunga del Sessantotto, fu lui a guidare la mobilitazione degli intellettuali per la candidatura a cancelliere di Willy Brandt, il leader socialdemocratico eroe della pace. Brandt vinse, con Grass accanto in ogni comizio, e con lo storico inchino al Ghetto di Varsavia e i trattati sulle frontiere con l’Est segnò la svolta, la seconda resa dei conti della Germania col tragico passato nazista, e vinse il Premio Nobel per la pace.

Su ogni tema, Grass ebbe sempre posizioni scomode, spesso criticate. Sempre contro il riarmo con cui la Nato rispose negli anni Ottanta al riarmo aggressivo atomico dell’Urss postbrezneviana, sempre durissimo verso gli Stati Uniti, sempre negativo sul modo in cui Helmut Kohl gestì la riunificazione tedesca. E in ultimo, cosa che fece scandalo, verso Israele, che accusò di essere il vero pericolo per la pace in Medio Oriente (e non l’Iran islamico con i suoi piani nucleari) a causa del suo deterrente atomico difensivo. L’attacco a Gerusalemme gli valse il divieto d’ingresso nello Stato ebraico, dove fu dichiarato ‘persona non grata’. E imbarazzante fu per lui la duplice realtà, di critico di Israele e di ex SS: soprattutto perché quell’errore da adolescente egli lo tacque per decenni, accusando di passato nazista molti suoi avversari, in politica e in cultura. Fu in un libro, ‘Sbucciando la cipolla’, che Grass fece in pubblico la sua confessione sulla sua infatuazione da 17enne per il Terzo Reich e sulla colpa che gli rodeva l’animo per tutto il dopoguerra. (Repubblica)

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